venerdì 6 settembre 2013

Riforma Catasto: aumenta del 60% il valore delle case

Lo prevede uno studio del Corriere della Sera. Ecco i dati città per città.


Un aumento del 60% sul valore delle case. Dovrebbe essere questo il primo effetto della Riforma del Catasto in corso di definizione da parte della Commissione Finanze della Camera. Ad effettuare il calcolo è il Corriere della Sera, che nei giorni scorsi ha pubblicato una tabella con le stime dell’aumento dell’imponibile Imu e dell’aumento dell’imponibile compravendite nelle maggiori città italiane. Numeri che potrebbero significare un appesantimento della condizione fiscale dei contribuenti, effetto collaterale di quello che sarebbe invece l’obiettivo principale della Riforma, ovveroallineare le rendite catastali ai valori di mercato.
 
Com’è noto le rendite sono la base imponibile dell’Imu, ma anche delle imposte su compravendite, donazioni e successioni: un aumento medio del 60% significherebbe una stangata non da poco per i possessori di immobili. Sull’Imu tuttavia gli italiani dovrebbe essere salvi grazie ad una “clausola di invarianza” approvata dalla Camera: essa prevede che il saldo del gettito Imu debba rimanere invariato, dato che l’aggiornamento delle rendite non produrrà un aumento della tassazione. In ogni caso dopo che la Riforma sarà entrata in vigore qualcosa dovrà essere modificato. Si veda ad esempio la possibilità per il contribuente di abbattere il valore di mercato ai fini fiscali, come avviene in altri paesi. In questo modo il nuovo Catasto porrà fine anche ad alcuni casi limite – come quello degli attici nei centri storici, una volta classificati come popolari (cosa che dava ad essi un valore minore di quello di un bilocale in periferia) e ora invece riqualificati come di lusso – e renderà il tutto più equo senza che nessuno ne paghi eccessivamente le conseguenze.
 
Vediamo dunque come aumenteranno i valori degli immobili nelle principali città italiane per quanto riguarda i due imponibile (Imu e compravendite).
 
Città: Bari 
Valore medio di mercato:220.322
Aumento imponibile Imu: 13,1%
Aumento imponibile compravendite: 64,5%
 
Città: Bologna 
Valore medio di mercato: 326.166
Aumento imponibile Imu: 64,8%
Aumento imponibile compravendite: 139,7%
 
Città: Catania 
Valore medio di mercato: 174.763
Aumento imponibile Imu: 44,5%
Aumento imponibile compravendite: 110,2%
 
Città: Firenze 
Valore medio di mercato: 364.171
Aumento imponibile Imu: 74,9%
Aumento imponibile compravendite: 154,5%
 
Città: Genova 
Valore medio di mercato: 281.088
Aumento imponibile Imu: 49,9%
Aumento imponibile compravendite: 118,1%
 
Città: Milano 
Valore medio di mercato: 241.438
Aumento imponibile Imu: 35,8%
Aumento imponibile compravendite: 97,5%
 
Città: Napoli 
Valore medio di mercato: 314.884
Aumento imponibile Imu: 138,8%
Aumento imponibile compravendite: 247%
 
Città: Palermo
Valore medio di mercato: 199.981
Aumento imponibile Imu: 126,4%
Aumento imponibile compravendite: 229,3%
 
Città: Roma
Valore medio di mercato: 380.767
Aumento imponibile Imu: 44,5%
Aumento imponibile compravendite: 110,2%
 
Città: Torino
Valore medio di mercato: 229.914
Aumento imponibile Imu: 18,1%
Aumento imponibile compravendite: 71,7%
 
Città: Venezia
Valore medio di mercato: 336.766
Aumento imponibile Imu: 107,8%
Aumento imponibile compravendite: 202,2%

Distanze tra edifici: le modifiche introdotta dal decreto del fare

Il dl n. 69/2013 ha apportato alcune significative novita' in materia edilizia, in particolare consentendo alle Regioni di introdurre nuove disposizioni sulle distanze tra fabbricati in deroga ai precetti del dm 1444/1968.
Il decreto del fare (DL 69/2013) ha introdotto il nuovo articolo 2 bis al Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001) secondo cui le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono prevedere, con proprie leggi e regolamenti, disposizioni derogatorie al DM n. 1444/1968 e possono, altresì, dettare disposizioni sugli spazi da destinare agli insediamenti residenziali, a quelli produttivi, a quelli riservati alle attività collettive, al verde e ai parcheggi, nell’ambito della definizione o revisione di strumenti urbanistici comunque funzionali a un assetto complessivo e unitario o di specifiche aree territoriali. Le future norme regionali, tuttavia, non potranno travalicare il limite delle disposizioni dettate dal codice civile e dalle disposizioni integrative in materia di proprietà.
IL DM 1444/1968 disciplina i limiti di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati. è sempre stato consentito alle Regioni (ma anche ai Comuni attraverso i propri documenti urbanistici) prevedere misure maggiori rispetto a quelle previste dal DM 1444/1968 ma non anche distanze minori. Ogni tentativo in tal senso è sempre stato dichiarato illegittimo dalla giurisprudenza chiamata a pronunciarsi su di esse.
Per inquadrare meglio la portata di tale norma può essere utile la Scheda di lettura redatta dal Servizio Studi della Camera il 7 agosto scorso, secondo cui le nuove disposizioni derogatorie introdotte dall'articolo 2 bis a favore di Regioni e Provincie autonome dovrebbero essere dettate nell'ambito della definizione o revisione di strumenti urbanistici comunque funzionali a un assetto complessivo e unitario del territorio o di specifiche aree territoriali.
Tale interpretazione si porrebbe in linea con la disposizione contenuta nell'articolo 9 del medesimo DM 1444/1968 ove consente la predisposizione di distanze inferiori nel caso di gruppi di edifici che formino oggetto di piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate con previsioni plano volumetriche.
Come ha anche chiarito una recente nota Ance di commento alle norme del Decreto del fare per il settore privato, le deroghe all'ordinamento civile delle distanze tra edifici sarebbero, quindi consentite se inserite in strumenti urbanistici, funzionali a conformare un assetto complessivo e unitario di determinate zone del territorio.
Tuttavia, la norma lascia adito a parecchi dubbi interpretativi: anzitutto, si auspica una previsione che permetta di comprendere se le regioni possano dettare previsioni meno restrittive anche per gli altri parametri edilizi dettati dal DM 1444/1968 (densità e altezza) in quanto il testo del nuovo articolo 2 bis consentirebbe tale facoltà (essendo unicamente la rubrica di tale articolo a citare le "distanze" Deroghe in materia di limiti di distanza tra fabbricati). In secondo luogo, sarebbe auspicabile un chiarimento sulle concrete modalità operative attraverso cui le Regioni e le Province autonome possano introdurre tali modifiche negli strumenti urbanistici portati alla loro approvazione.

giovedì 5 settembre 2013

Riforma Catasto: arriva la nuova versione DOCFA 4.00.2

 Versione aggiornata per migliorare l’operato dei tecnici.

Da questo mese sarà disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate la versione numero 4.00.2 del software DOCFA per la compilazione dei documenti tecnici catastali.
DOCFA 4.00.2 andrà a sostituire la precedente versione, rilasciata nel settembre 2012, apportando alcune migliorie, che faciliteranno l’operato da parte dei tecnici.

Prima dell’avvio ufficiale è stato comunque previsto un periodo  - settembre e ottobre - di  “transizione” durante il quale sarà possibile continuare a utilizzare normalmente la vecchia versione.
A partire dal mese di novembre 2013 si dovrà invece utilizzare esclusivamente il nuovo software DOCFA 4.00.2, in quanto il precedente non consentirà la predisposizione di documenti idonei all’accettazione presso gli uffici provinciali.

Le principali novità della nuova versione del DOCFA riguardano l’implementazione dell’archivio nazionale degli stradari e dei numeri civici con dati già inseriti che abbracciano oltre 7.500 Comuni di piccole dimensioni (meno di 20.000 abitanti).
È in atto l’aggiornamento dell’archivio con l’inserimento dei dati relativi ai Comuni con oltre 20.000 abitanti.
Migliorati anche i criteri di ricerca dei toponimi che potranno essere recuperati mediante l’inserimento di solo una parte della denominazione della strada.
Altra novità riguarda i documenti di richiesta di ruralità. Il professionista che utilizza DOCFA 4.00.2 avrà la possibilità di inserire nello stesso documento sia unità immobiliari compatibili con la richiesta di dichiarazione di fabbricato rurale sia beni comuni non censibili.

mercoledì 4 settembre 2013

Eliminano l'Imu e introducono una tassa per gli inquilini: Service tax costerà 1000 euro l’anno

Il governo abolisce l’Imu. Erano tutti in attesa, anzi a sperare in quest’annullamento, eppure il risultato ottenuto non è dei migliori. O meglio, il governo ha abolito l’Imu ai proprietari, ma ha pensato bene, semplicemente, di cambiare nome alla tassa e spostarne il pagamento agli inquilini. Una vera beffa!

Come sempre a essere favoriti dunque sono i proprietari. Un film già visto e proprio di recente nel diritto alla casa, lo abbiamo visto con la tanto pubblicizzata cedolare secca, che di fatto ha solodiminuito le tasse ai proprietari, ma sono gli inquilini invece ad essersi trovati a dover sostenere affitti esosi e, come è noto, senza avere i soldi a disposizione.

A quanto pare anche in quel caso è valsa a poco la mobilitazione dell’Unione Inquilini che si è fatta avanti anche nella persona di Walter De Cesaris, Segretario Nazionale Unione Inquilini, che chiedeva la necessità di favorire gli inquilini, veri bisognosi, e non i proprietari. 

Oggi dunque ci risiamo, cambia il tema ma la sostanza è sempre la stessa. Perché? L’abolizione dell’Imu ai proprietari mette in mutande gli inquilini. Sono loro infatti, secondo il piano casa, a dover pagare la service tax, una tassa che travolgerà più di 3.000.000 di inquilini.
L’idea che ne emerge nell’immediato è che i proprietari saranno i favoriti, e gli inquilini invece non avranno soldi da sborsare.
“Una stangata media da circa 1000 euro (da una nostra stima prudenziale) – ha dichiarato Walter De Cesaris, Segretario Nazionale Unione Inquilini - rischia di abbattersi a partire dal prossimo anno sugli inquilini. Non è ancora chiaro nei dettagli il meccanismo, ma è evidente che, a partire dal 2014, saranno a carico degli inquilini la maggior parte degli oneri relativi alla nuova tassa che, di fatto, anche negli importi, sostituirà sostanzialmente l’intera IMU oggi pagata dai proprietari”.

Rispolveriamo i dati necessari a presentare il quadro della situazione attuale: l’80% degli inquilini ha un reddito lordo che non arriva a 30 mila euro (fonte Banca d’Italia). Oggi il 90% delle circa 70.000 sentenze annue di sfratto sono per morosità (fonte ministero interno). In Italia sono 650 mila le famiglie che hanno diritto ad una casa popolare avendone i requisiti certificati dai Comuni.

La Service Tax dunque non è altro che uno “spostamento di pagamento di tassa”, dalla proprietà agli inquilini. Anche sulle case invendute c’è il taglio dell’Imu. Un regalo ai costruttori? L’ennesimo tentativo per favorire la speculazione edilizia? a qaunto pare sì.
Arriva anche un “contentino”: “Un intervento di rifinanziamento sul fondo sociale per gli affitti per le famiglie in difficoltà (l’1,5% del costo dell’intero provvedimento sull’IMU) - spiega Walter De Cesaris - Ricordiamo che lo stanziamento statale del fondo sociale per gli affitti 15 anni fa, in una situazione economica e sociale del tutto differente da oggi, era 5 volte superiore. Oggi siamo alla mancia. Consideriamo una importante affermazione della mobilitazione di questi anni, dai picchetti anti sfratto, alle mobilitazioni nelle città, alle ripetute denunce, che per la prima volta in un provvedimento statale si assuma il problema degli sfratti per morosità. Anche in questo caso – aggiunge il Segretario - il governo, però, ha deciso di intervenire, con una misura tampone: l’introduzione di un altro fondo sociale, finanziato, tra l’altro, in maniera del tutto inadeguata, con 40 milioni di euro, insomma spiccioli. 

martedì 3 settembre 2013

Abolita l’Imu, ci sarà la Service Tax

Il Consiglio dei Ministri ha ufficializzato i nuovi e prossimi passaggi sino al primo gennaio 2014.

L'Imu è stata abolita. Al suo posto arriva la Service Tax.
Il Consiglio dei Ministri dello scorso 28 agosto ha stabilito con un nuovo schema di decreto legge che nel 2013 l’imposta municipale unica su prime case, terreni agricoli e fabbricati rurali non verrà pagata. Dal 2014 entrerà in scena la Service Tax.
Una tassa di cui saranno i sindaci a decidere aliquote ed esenzioni partendo da una griglia standard da definire con la legge di Stabilità.
La nuova tassa dovrà essere pagata sia dai proprietari che dagli inquilini, visto che la seconda casa produce un reddito ma i servizi come l’illuminazione pubblica o la spazzatura sono a vantaggio di chi ci vive.

Per la cancellazione dell'Imu sono previste diverse tappe: via subito la prima rata sull' abitazione principale e i terreni agricoli, che era stata congelata fino a settembre; esenzione anche per gli immobili invenduti, e impegno per l'abolizione della rata di dicembre con coperture che verranno individuate in un provvedimento che accompagnerà la Legge di Stabilità.
Poi dal 1 gennaio 2014 entrerà in vigore il modello di tassazione federale basato sulla Service Tax. L’imposta sarà riscossa dai Comuni e si comporrà di due parti: la prima per la gestione dei rifiuti urbani, la seconda per la copertura dei servizi indivisibili.
La prima componente (Tari) sarà dovuta da chi occupa locali o aree che possono produrre rifiuti urbani. Le aliquote saranno commisurate alla superficie.
La seconda componente (Tasi) sarà a carico di chi occupa fabbricati. Il Comune potrà scegliere come base imponibile o la superficie o la rendita catastale. L’imposta sarà a carico sia del proprietario, in quanto i beni e servizi pubblici locali concorrono a determinare il valore commerciale dell’immobile, che dell’occupante, perché fruisce dei beni e servizi locali.

Tares sui capannoni: aumenti fino a 1.133 euro

A denunciarlo e' la Cgia di Mestre. L'imposta che da quest'anno sostituisce Tarsu e Tia rischia di tramutarsi in una vera e propria stangata, soprattutto per gli imprenditori.
La Tares, che debutta quest’anno sostituendo la Tarsu o la Tia, rischia di tramutarsi in una vera e propria stangata soprattutto per gli imprenditori. A denunciarlo è la Cgia di Mestre che stima, rispetto al 2012, aumenti medi molto pesanti.
Ad esempio, su un capannone di 1.200 mql’aggravio sarà di 1.133 euro (+22,7%); su unnegozio di 70 mq (superficie media nazionale), l’asporto dei rifiuti costerà 98 euro in più (+19,7%); su una abitazione civile di 114 mq (superficie media nazionale), l’applicazione della Tares comporterà un aumento di spesa di 73 euro (+29,1%).
“Questa situazione – sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – rasenta il paradosso. Con la crisi economica e il conseguente calo dei consumi, le famiglie e le imprese hanno prodotto meno rifiuti. Inoltre, grazie all’aumento della raccolta differenziata, avvenuto in questi ultimi anni un po’ in tutta Italia, il costo per lo smaltimento degli stessi è diminuito. Detto ciò, con meno rifiuti e con una spesa per lo smaltimento più contenuta tutti dovrebbero pagare meno. Invece, con la Tares subiremo un ulteriore aggravio della tassazione”.
Quali sono le ragioni di questi aumenti?Secondo la Cgia, in primo luogo, la Tares dovrà assicurare un gettito in grado di coprire interamente il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, vincolo non previsto con l’applicazione della Tarsu. In secondo luogo, si prevede unamaggiorazione su tutti gli immobili pari a 0,3 euro al metro quadrato, con la quale si andranno a finanziare i servizi indivisibili dei Comuni - illuminazione pubblica, pulizia e manutenzione delle strade -.
Dall’analisi dei bilanci dei Comuni italiani dell’anno 2010 è emerso che lo scostamento tra quanto incassato con la Tarsu/Tia e il costo del servizio di raccolta e smaltimento ammonta a circa 0,9 miliardi di euroSecondo la Cgia si tratta di una stima sottodimensionata: nell’analisi mancano i dati relativi alla Valle d’Aosta, inoltre non si è potuto tener conto del fatto che alcune amministrazioni comunali esternalizzano il servizio di smaltimento dei rifiuti a società collegate.

lunedì 2 settembre 2013

Stravaganze architettoniche: ecco le case più pazze del mondo

Abbiamo selezionato le immagini di alcuni degli edifici più strani e curiosi in cui abitare.

Chi mai abiterebbe in una delle case che vi stiamo per presentare? Più che di abitazioni si tratta di vere e proprie stravaganze architettoniche sparse in giro per il mondo! Abbiamo selezionato le immagini dialcuni degli edifici più pazzi, più strani e più curiosi costruiti dall’uomo nei posti più insoliti del pianeta.
Accanto a case innovative o particolarmentepiccole, troviamo architetture stravaganti e divertenti dalle forme assolutamente bizzarre. Per non parlare della moda delle treehouse, le case sugli alberi che stanno spopolando tra gli adulti.

Ecco di seguito le immagini di alcune delle case più pazze del mondo.

The Basket Building. Si trova in Ohio, negli Stati Uniti. Edificio costruito a forma di cestino da picnic. Costo: oltre 30 milioni di dollari. Tempi di realizzazione: oltre due anni.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

The Crooked House (Polonia). E’ a Sopot, in Polonia. Una costruzione molto singolare, che trova la sua ispirazione nelle opere di un artista e illustratore di libri per bambini.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Stone House (Portogallo). Situata in Portogallo a Guimarães, è una casa ispirata ai cartoni animati dei Flintstones. È stata ricavata da un enorme blocco di roccia.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Upside Down (Polonia). E’ una casa di un piccolo villaggio (Szymbark) della Polonia, progettata dall’architetto Daniel Czapiewski. Il team che ha lavorato a questo progetto ha realizzato la casa in sole tre settimane.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Cubic Houses (Olanda). E’ un complesso di case situate a Rotterdam, in Olanda, realizzato dall’architetto Piet Blom. Camminarci all’interno dà una strana sensazione di vuoto. Il vantaggio di tale costruzione è che occupa meno spazio a terra rispetto ad una tradizionale costruzione regolare.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Piano House (Cina). Un grande edificio con vano scale si sviluppa a forma di pianoforte accompagnato da un elegante violino trasparente.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Haines Shoe house (Pennsylvania, Usa). Haines Shoes House, una casa di 5 piani a forma di pattino costruita nel 1949, è la casa di Mahlon Haines, un industriale operante nel settore della calzatura.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Virginia Lord (Virginia, Usa). Proprio come un ponte la casa Virginia Lord si sviluppa fra due estremità.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Rockland Ranch House (Utah, Usa). Si trovano a Rockland Ranch, nello Utah, le abitazioni scavate nella pietra delle Montagne Rocciose.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Keret House (Polonia).  La “Keret House” di Varsavia è la casa più stretta del mondo (larga al massimo 1,5 m) costruita dall’architetto dell'architetto polacco Jakub Szczesn in uno spazio verticale tra due edifici.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Casa rotante (Repubblica Ceca). Completata nel 2002 da Bohumil Lhota, questa casa “rotante” si trova in un villaggio a nord di Praga, nella Repubblica Ceca. Ruota su comando e può anche salire e scendere.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Heliodome (Francia). La casa solare bioclimatica Heliodome è stata progettata come una gigantesca meridiana tridimensionale, impostata su un angolo fisso in relazione ai movimenti del sole.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Rifugio sul fiume (Serbia). Su una roccia del fiume Drina, in Serbia, nel 1968 un gruppo di ragazzi ha costruito un rifugio.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

Casa che ruota (Australia). Un’abitazione ottagonale costruita su una piattaforma rotante: ogni 30 minuti effettua un giro completo.

Stravaganze architettoniche ecco le case pi pazze del mondo

E infine, per guardare le più belle case sugli alberi o “treehose” clicca qui.

Fonte: http://www.portedilo.it/stravaganze-architettoniche-ecco-le-case-piu-pazze-del-mondo/3475/s/edilizia/

Riforma del Catasto

Tra qualche giorno si riprenderà a pieno regime l’attività del Parlamento e tra le misure sulle quali si lavorerà c’è la riforma del Catasto.
Entro un anno dall’approvazione della legge, il Governo dovrà adottare una serie di decreti tra cui spicca quello che dovrà riformare il sistema di attribuzione delle rendite e la determinazione del valore degli immobili.
Secondo il testo base il valore patrimoniale e la rendita dovranno essere determinati seguendo una serie di criteri.
In primis dovranno essere coinvolti i comuni in cui si trovano gli immobili e i fabbricati ancora non censiti. Per questa ragione dovranno essere individuati degli strumenti atti ad individuare degli immobili non censiti, che non rispettano la destinazione d'uso o la categoria catastale attribuita, i terreni edificabili accatastati come agricoli e gli immobili abusivi.
Bisognerà inoltre rideterminare le definizioni delle destinazioni d'uso catastali distinguendole in ordinarie e speciali, tenendo conto delle mutate condizioni economiche, sociali e delle conseguenti diverse utilizzazioni degli immobili.
Si prevede inoltre che i valori patrimoniali e le rendite dovranno essere adeguati periodicamente  in relazione alle condizioni del mercato di riferimento.