mercoledì 18 dicembre 2013

Destinazione Italia: focus su tagli alle bollette e opere pubbliche

Il risparmio dei costi elettrici e' stimato in circa 850 milioni di euro. Finanziamenti a progetti immediatamente cantierabili, Expo 2015 e metropolitana di Napoli, promozione della bonifica dei siti inquinati.

Il Consiglio dei ministri ha approvato venerdì scorso il decreto legge contenente interventi urgenti di avvio del Piano “Destinazione Italia”, per il contenimento delle tariffe elettriche, gas ed rc auto, per l’internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese (leggi qui) nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed Expo 2015.
Sul fronte delle disposizioni per la riduzione di costi gravanti sulle tariffe elettriche, viene introdotto un sistema incentivante opzionaleofferto ai produttori di energia elettrica rinnovabile, per gli indirizzi strategici dell’energia geotermica ed in materia di certificazione energetica degli edifici e di condomini. Il risparmio è quantificato in circa 850 milioni di euro.
Nel dettaglio, il ministro dello Sviluppo economico,Flavio Zanonato, ha spiegato che il decreto interviene su tre aspetti per quanto riguarda la riduzione del costo dell'energia elettrica. Si tratta di "un intervento molto significativo sul costo delle bollette. La prima misura prevede la possibilità volontaria dei produttori di energia rinnovabile di avere un contributo ridotto, allungato però di 7 anni". L' operazione, sottolinea il ministro, "e' volontaria e quindi il contributo alle rinnovabili, sia nel fotovoltaico che nell' eolico, anziché avvenire in 15 o 20 anni avviene in un periodo allungato di 7 anni e questo determina una riduzione" del peso sulla bolletta elettrica dell’ordine di circa  700 milioni.  "Altri 150 milioni di risparmi  - ha spiegato il ministro - si conseguono attraverso una misura complessa che si chiama ‘ritiro dedicato’ e infine è stata apportata anche una modifica della tariffa bioraria”.
In materia di Expo 2015 e di opere pubbliche , il decreto “Destinazione Italia” prevede la revoca di assegnazioni del Cipe relative a interventi che non sono stati avviati, per un importo di 165,390 milioni di euro, che vengono destinati per 53,2 milioni a progetti cantierabili relativi allo svolgimento di Expo 2015, cui vengono destinati ulteriori 42,8 milioni, per un ammontare complessivo pari a 96 milioni e per 45 milioni ad opere per l’accessibilità ferroviaria Malpensa-terminal T1-T2. Le residue disponibilità sono destinate a interventi immediatamente cantierabili finalizzati al miglioramento della competitività dei porti italiani e dell’efficienza del trasferimento ferroviario e modale all’interno dei sistemi portuali, cui vengono destinati le disponibilità derivanti dai fondi statali trasferiti alle autorità portuali, che poi vengono revocati e riassegnate nel limite di 200 milioni per il 2014. Inoltre si autorizza il comune di Napoli a contrarre mutui per la realizzazione della linea 1 della metropolitana, in deroga alle disposizioni in materia di riequilibrio finanziario pluriennale.
Per promuovere il riutilizzo produttivo dei siti inquinati di interesse nazionale da bonificare, individuati dal ministero dell’Ambiente, suscitando investimenti superiori a 1,3 miliardi di euro, si introducono facilitazioni procedurali e benefici fiscali per i soggetti che partecipano al relativo accordo di programma, che sono tenuti indenni dalle responsabilità per l’inquinamento fermo restando il rispetto del principio “chi inquina paga”, mantenendo quindi tutte le responsabilità di chi ha inquinato in relazione agli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ristoro dei danni.

martedì 17 dicembre 2013

L'affitto non si paga piu' in contanti

Lo stabilisce un emendamento sull'obbligo di utilizzo di mezzi tracciabili approvato dalla Commissione Bilancio della Camera il 12 dicembre 2013.
La commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento alla legge di stabilità che vieta il pagamento degli affitti incontanti, compresi quelli per le vacanze.
Ecco il testo dell’emendamento:
3-bis. All'articolo 3, comma 2, primo periodo del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, dopo il comma 10 inserire il seguente: «Per assicurare il contrasto all'evasione fiscale nel settore delle locazioni abitative e l'attuazione di quanto disposto dai commi 8 e 9 sono attribuite ai Comuni, in relazione ai contratti di locazione, attività di monitoraggio anche previo utilizzo di quanto previsto dall'articolo 1130 Codice Civile, primo comma, n. 6), in materia di registro di anagrafe condominiale e conseguenti annotazioni delle locazioni esistenti in ambito di edifici condominiali».
3-ter. All'articolo 12 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
«1-bis. In deroga a quanto stabilito dal comma 1, i pagamenti riguardanti canoni di locazione di unità abitative, fatta eccezione per quelli di alloggi di edilizia residenziale pubblica, devono essere corrisposti obbligatoriamente, quale ne sia l'importo, in forme e modalità che escludendo l'uso del contante e ne assicurino la tracciabilità anche ai fini della asseverazione dei patti contrattuali per l'ottenimento delle agevolazioni e detrazioni fiscali da parte del locatore e del conduttore».

Bonus mobili, gli arredi devono costare meno della ristrutturazione

Emendamento al ddl Stabilità 2014: no alla detrazione del 50% sull’acquisto di arredi più costosi dei lavori.


 Il Bonus Mobili non potrà essere concesso se il prezzo degli arredi supera quello della ristrutturazione. È quanto stabilito da un emendamento al ddl di Stabilità per il 2014, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera.

Chi effettua interventi di ristrutturazione può usufruire della detrazione del 50% anche sull’acquisto di arredi ed elettrodomestici. In questo caso, come spiegato nella miniguida dell'Agenzia delle Entrate, per poter usufruire dell’agevolazione la spesa non deve superare i 10 mila euro.
 
L’emendamento introduce ora una nuova condizione correlando il prezzo delle ristrutturazioni a quello dei mobili. Per fare un esempio, non si potrà chiedere l’agevolazione massima sui mobili se l’intervento di ristrutturazione è costato meno di 10 mila euro.
 
L’emendamento completa il quadro tracciato dalla Legge di Stabilità, che proroga al 2014 le detrazioni del 50% sulle ristrutturazioni e il Bonus Mobili.
 
In base al ddl di Stabilità, le spese per le ristrutturazionisostenute nel 2014 continueranno ad essere agevolate con una detrazione Irpef del 50% e il tetto di spesa agevolabile resterà fermo a 96 mila euro.
 
Nel 2015 la detrazione fiscale calerà al 40%, ma il tetto di spesa continuerà ad essere 96 mila euro. A partire dal 2016, invece, il bonus tornerà all’aliquota ordinaria del 36% e il tetto di spesa scenderà a 48 mila euro.

lunedì 16 dicembre 2013

Via libera del Governo alla legge contro il consumo di suolo

Nel testo anche il risanamento dei centri storici, Ministro Orlando: necessario ora incentivare il recupero del patrimonio edilizio.


 Costruire solo riutilizzando il patrimonio esistente. È questo il must del disegno di legge sul contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato, approvato in Consiglio dei Ministri.

Come spiegato dal Ministro per le Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, e dal Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, la norma cerca di ottenere un risparmio di suoloripristinando un equilibrio tra l’eccessiva cementificazione, che aggrava il dissesto idrogeologico, e la scarsità di terreni destinati all’agricoltura.
 
Per questo motivo la norma prevede che i terreni che usufruiscono di aiuti di Stato potranno essere utilizzati solo per uso agricolo, mentre saranno concessi incentivi agli interventi di recupero del patrimonio rurale. Allo stesso tempo, il ddl definisce come agricoli tutti i suoli destinati all’agricoltura, a prescindere dal fatto che vengano realmente coltivati.
 
Il ddl prevede inoltre il risanamento di complessi edilizi situati nei centri storici e interventi di qualificazione dell'ambiente e del paesaggio che abbiano come obiettivo anche la messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico, soprattutto di quelle più esposte a eventi meteorologici estremi.
 
Per controllare il rispetto della norma, sarà istituito un Comitato interministeriale col compito di monitorare il consumo di superficie agricola e realizzare ogni anno un rapporto a livello nazionale. Al Ministero delle Politiche agricole sarà inoltre istituito un registro dei Comuni virtuosi, che al consumo di suolo preferiranno il riuso.
 
Secondo il Ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, il decreto rappresenta un cambio di mentalità verso un'edilizia di riuso e rigenerazione, che possa far muovere l'economia senza un ulteriore impatto sull'ambiente e sulle attività agricole.
 
Per il Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, la norma apre a uno scenario in cui si potrà costruire solo se prima si dimostra che si è riutilizzato il patrimonio esistente. Attorno a questo paletto il Ministro orlando prevede una serie di interventi per incentivare realmente e rendere convenienti gli interventi di recupero.

Giudizio positivo anche dal Cnappc, Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, che ora spera in un’accelerazione sulle politiche di rigenerazione urbana sostenibile.

Ricordiamo che la prima versione del ddl sul risparmio di suolo è stata approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso giugno. Secondo le Regioni, il testo presentava però una scarsa visione di insieme e non rispettava le competenze legislative regionali, che avrebbero potuto bloccare gli strumenti urbanistici vigenti.

venerdì 13 dicembre 2013

Ricordiamo la scadenza per le seconde case e le abitazioni principali di lusso.


Crollo delle partite Iva: -415.000 dal 2008 a oggi

Particolarmente critica la situazione in Sardegna e in Calabria. Sulle micro imprese pressione fiscale media attorno al 50%.

Tra il 2008, anno di inizio della crisi, e settembre di quest’anno hanno chiuso l’attività ben 415.000 partite Iva. I più colpiti sono stati i lavoratori in proprio, ovvero gli artigiani, i commercianti e gli agricoltori: infatti, nello stesso periodo sono diminuiti di 345.000 unità.
In quasi sei anni di crisi economica, la variazione dell’occupazione degli indipendenti è stata del -7%. Nel medesimo periodo, per ogni cento lavoratori autonomi, quasi 8 hanno chiuso i battenti. A denunciare lo stato di difficoltà del mondo del lavoro autonomo e delle micro imprese è la Cgia.
“A differenza dei lavoratori dipendenti – fa notare ilsegretario Giuseppe Bortolussi – quando un autonomo chiude l’attività non dispone di alcuna misura di sostegno al reddito. Ad esclusione dei collaboratori a progetto che possono contare su un indennizzo una tantum, le partite Iva non usufruiscono dell’indennità di disoccupazione e di alcuna forma di cassa integrazione o di mobilità lunga o corta. Spesso si ritrovano solo con molti debiti da pagare e un futuro tutto da inventare”.
Una situazione di difficoltà, ricordano dalla Cgia, che, purtroppo, ha mantenuto la pressione fiscalemedia a carico di queste piccolissime realtà attorno al 50%. “In proporzione – prosegue Bortolussi – la crisi ha colpito in maniera più evidente il mondo delle partite Iva rispetto a quello del lavoro dipendente. In termini assoluti, la platea dei subordinati ha perso 565.000 lavoratori, mentre in termini percentuali è diminuita solo del 3,2%, con una quota del numero dei posti di lavoro persi sul totale della categoria pari al 3,3%. Tassi, questi ultimi, che sono meno della metà di quelli registrati dai lavoratori indipendenti”.
Analizzando tutti i profili professionali che costituiscono il cosiddetto popolo delle partite Iva, si nota che la contrazione più significativa è avvenuta tra i lavoratori in proprio: vale a dire tra gli artigiani, i commercianti e gli agricoltori. In questi ultimi cinque anni e mezzo sono diminuiti di 345.000 unità, pari ad una contrazione del 9,6%. Analogamente, gli imprenditori, vale a dire i soggetti a capo di attività strutturate con dipendenti, sono diminuiti di 35.000 unità (-12,4%).
Le uniche categorie che hanno registrato risultati positivi sono stati i soci delle cooperative (+2.000 unità, pari al +4,4%) e, soprattutto, i liberi professionisti. Il numero degli iscritti agli ordini e ai collegi professionali sono aumentati di 115.000 unità (+9,8%).
“La tendenza positiva fatta segnare dai liberi professionisti – conclude Bortolussi – potrebbe essere riconducibile sia all’aumento del numero di coloro che hanno deciso di mettersi in proprio non avendo nessun’altra alternativa per entrare nel mercato del lavoro, sia all’incremento delle cosiddette false partite Iva. In riferimento a quest’ultimo caso, ci si riferisce, ad esempio, a quei giovani che in questi ultimi anni hanno prestato la propria attività come veri e propri lavoratori subordinati, nonostante fossero a tutti gli effetti dei lavoratori autonomi. Una modalità, quest’ultima, molto praticata soprattutto nel Pubblico impiego”.
Infine, segnala la Cgia, a livello territoriale è stata la Sardegna a registrare la caduta occupazione più forte tra gli autonomi (-15%). Male anche la Calabria (-13,1%) e la Valle d’Aosta (-12,5%). Segno positivo, invece, solo per il Veneto (+0,4%) e l’Abruzzo(+0,9%).

mercoledì 11 dicembre 2013

Tasse: "Mini-Imu" per 2.500 comuni

Se le risorse del Governo non saranno sufficienti, 2.500 comuni dovranno pagare la

Mirco Mion, Presidente Agefis, commenta i dati rilevati dai geometri fiscalisti in merito alla tassazione immobiliare:“Per i cittadini eventualmente chiamati a pagare la mini-Imu, oltre al danno si profilerebbe anche la beffa, perché lo sconto maggiore andrebbe a vantaggio dei possessori di immobili di pregio. Riduzione pressoché nulla, invece, per chi già pagava poco e che potrebbe pagare più o meno lo stesso importo, vanificando di fatto il beneficio della sospensione della seconda rata".
Se entro il 16 dicembre le risorse di bilancio non saranno ritenute sufficienti dal Governo, 2.500 comuni italiani dovranno apprestarsi a pagare la “mini-Imu”, ovvero la differenza tra l'imposta calcolata con l'aliquota reale (variabile) e quella generata dall'aliquota standard (pari al quattro per mille).
Oltre al danno, quindi, la beffa: i possessori di immobili di lusso potranno beneficiare della sospensione della seconda rata, riduzione che sarà pressochè nulla per i cittadini che dispongono di un’abitazione dal valore medio-basso. Una situazione di iniquità, che non fa altro che aggravare la situazione di disagio e incertezza tra i proprietari immobiliari.

martedì 10 dicembre 2013

Il Pos negli studi sarà obbligatorio dal 1° gennaio 2014, niente rinvio

Respinto l’emendamento di Enrico Zanetti, Scelta Civica, che chiedeva di spostare al 1° gennaio 2015 l’obbligo per i liberi professionisti





È stato bocciato l’emendamento alla Legge di Stabilità che proponeva il rinvio dal 1° gennaio 2014 al 1° gennaio 2015 dell’obbligo per i liberi professionisti di dotarsi di POS.

La proposta portava la firma di Enrico Zanetti, responsabile politiche fiscali di Scelta Civica e vicepresidente della Commissione Finanze della Camera.

“L’emendamento è stato giudicato inammissibile per ragioni idiote. Abbiamo fatto ricorso ed abbiamo appena avuto notizia che è stato respinto per le stesse ragioni già commentate” - ha scritto Zanetti su Facebook.

“Non ho parole. Spero solo che sia perché eravamo gli unici ad essersene preoccupati e che il Governo preferisca poi assumersene la paternità con un intervento ‘di revisione’nei prossimi giorni, per non lasciare solo a noi la vittoria politica” - ha concluso.

La partita però è ancora aperta, dal momento che in questi giorni la Commissione Bilancio della Camera sta votando gli emendamenti al disegno di Legge di Stabilità 2014, che approderà in Aula la prossima settimana.

L’obbligo di POS
Ricordiamo che l’articolo 15 del Decreto Sviluppo Bis (DL 179/2012) ha introdotto, per i professionisti, l’obbligo di dotarsi di Pos dal 1° gennaio 2014
 
Gli Ordini professionali degli ingegneri e degli architetti si sono dichiarati contrari all’obbligo, sostenendo che “le attività professionali prevedono pagamenti normalmente superiori ai massimali delle carte di debito” (Architetti) e che, con l’obbligo di POS, “60 milioni di euro si trasformeranno da reddito dei professionisti a rendita per le banche” (Ingegneri).
 
Concordi i Sindacati: il Pos “poco si concilia con importi delle prestazioni professionali normalmente superiori ai 1.000 euro” (InarSind) e “l’edilizia è ferma e il Governo ci strizza con inutili balzelli. Siamo pronti all’astensione dall’attività professionale” (Federarchitetti).
 
È passata all’azione la Rete delle Professioni Tecniche(RPT) che, pochi giorni fa, ha messo nero su bianco un emendamento alla Legge di Stabilità che chiede di escludere dall’obbligo di Pos alcune categorie di professionisti, sulla base di determinati criteri.

In assenza di rinvio, l’obbligo di Pos scatterà il 1° gennaio 2014, ma chi non si mette in regola non rischia alcuna sanzione, dal momento che mancano i decreti attuativi e, di conseguenza, le sanzioni.

Fonte: http://www.edilportale.com/news/2013/12/professione/il-pos-negli-studi-sar%C3%A0-obbligatorio-dal-1%C2%B0-gennaio-2014-niente-rinvio_36927_33.html

IUC: sarà più pesante dell’Imu ma ai Comuni non basterà

Anci: non è garantito lo stesso gettito prodotto in passato da Imu e Tares. Cgia Mestre: in molti casi le tasse saranno più alte.


La IUC, imposta unica comunale, potrebbe costare ai cittadini più dell’Imu, ma allo stesso tempo potrebbe non garantire le stesse coperture agli enti locali, che potrebbero quindi essere costretti ad aumentare i livelli di altre imposte. È quanto emerge dalla sintesi tracciata dall’Anci, Associazione nazionale comuni italiani, e dai dati diffusi nei giorni scorsi dalla Cgia Mestre.

IUC, come funziona
La IUC è composta da Imu (Imposta municipale unica),Tari (Tributo per la raccolta dei rifiuti) e Tasi (Tassa sui servizi comunali, come ad esempio trasporti e illuminazione).

Le prime case, a eccezione di case di lusso, ville e castelli, rientranti nelle categorie catastali A1, A8 e A9, non pagano l’Imu, ma devono versare la Tari, commisurata ai metri quadri dell’immobile o ai rifiuti prodotti, e la Tasi.

A fare la differenza sul livello delle imposte è la Tasi. Sulle abitazioni principali l’aliquota base della Tasi è stata fissata all’1 per mille, ma i Comuni possono aumentarla fino al 2,5 per mille o diminuirla fino ad azzerarla grazie ad uno stanziamento di 500 milioni di euro previsto dalla Legge di Stabilità.

La Tasi deve essere pagata sia dal possessore sia dall’utilizzatore dell’immobile, quindi vengono coinvolti anche gli inquilini, che verseranno però un importo oscillante tra il 10% e il 30% del totale a seconda delle decisioni prese dai Comuni.

Le detrazioni sulla Tasi non sono regolate sul numero dei figli conviventi, come accadeva con l’Imu, ma sul grado di utilizzazione dei servizi comunali. Potrà pagare meno chi soggiorna nell’abitazione (ad esempio casa al mare) solo pochi mesi all’anno, chi risiede all’estero per più di sei mesi o chi abita da solo.

Per il pagamento della Tasi sono previste quattro rate: 16 gennaio 16 aprile, 16 luglio e 16 ottobre. Restano invece invariate, a giugno e dicembre, le tempistiche dell’Imu per seconde case e altri immobili.
 
Anci: Comuni in perdita
L’impostazione della Iuc non è soddisfacente. Ad affermarlo è stato il presidente dell'Anci Piero Fassino, che illustrando lo studio condotto dalla Fondazione Ifel ha affermato che l’imposta non garantisce la copertura integrale del gettito derivato in passato da Imu e Tares.
 
Fassino ha spiegato che l’aliquota Imu sulle prime case era fissata nella maggior parte dei casi al 4 per mille. Col nuovo sistema, invece, le prime case non pagano più l’Imu, ma devono versare la Tasi, che non può superare il 2,5 per mille. Ciò significa, ha aggiunto Fassino, che gli introiti risultano quasi dimezzati.
 
Cgia Mestre: Tasi più cara dell’Imu
La Cgia Mestre ha analizzato l’impatto del nuovo sistema impositivo sui contribuenti ipotizzando degli scenari tipo. Dallo studio emerge che se i Comuni utilizzassero i 500 milioni messi a disposizione dallaLegge di Stabilità per rimodulare la Tasi su tutti i 19,7 milioni di abitazioni principali, per ogni abitazione ci sarebbe uno sconto di 26 euro. La Tasi si rivelerebbe più gravosa dell’Imu, soprattutto in presenza di figli. Ricordiamo infatti che l'Imu prevedeva una detrazione di 200 euro più 50 euro per ogni figlio convivente.
 
Resta quindi da capire se, oltre al maggior peso della nuova tassa, i Comuni per pareggiare i conti si vedranno costretti ad aumentare le imposte su altri servizi, o magari a prevederne di nuove.

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Fonte: http://www.edilportale.com/news/2013/12/normativa/iuc-sar%C3%A0-pi%C3%B9-pesante-dell-imu-ma-ai-comuni-non-baster%C3%A0_36894_15.html

lunedì 9 dicembre 2013

IMU prima casa: io devo pagarla?

Oggi 9 dicembre 2013 è l'ultimo giorno a disposizione dei comuni italiani per deliberare le aliquote IMU per l'anno 2013.

Il governo aveva precedentemente cancellato la seconda rata IMU sulle prime case, ma solo parzialmente.
Non essendo stati in grado di reperire tutti i fondi necessari a coprire il mancato introito dell'imposta comunale sulle abitazioni principali non di lusso, hanno pensato bene di far pagare ai cittadini una quota che varia tra il 40% e il 50% della differenza dell'aliquota deliberata rispetto all'aliquota base dello 0,4%.
La restante quota che si aggira tra il 50% e il 60%, dovrebbe essere coperta dallo Stato nei confronti dei comuni.

Questa quota di differenza da pagare, visto che siamo in Italia e in Italia bisogna per forza dare un nome a tutto, è stata definita "mini IMU".

Praticamente, nei comuni italiani dove l'aliquota comunale deliberata sulla prima casa è pari o addirittura inferiore allo 0,4%, la cosiddetta "mini IMU" non va versata.

In tutti i comuni italiani dove invece l'aliquota è stata aumentata, andrà versata una quota che varia tra il 40% e il 50% della differenza tra l'intera quota di IMU calcolata con l'aliquota deliberata per l'anno 2013 e l'intera quota IMU calcolata sulla base dell'aliquota base dello 0,4%.

Il pagamento della "mini IMU" sulla prima casa, dovrà essere effettuato entro e non oltre il 16 gennaio 2014, nella speranza che non vi siano ulteriori modifiche in merito.

Resta tutto invariato, invece, per l'IMU riguardante seconde case ed abitazioni di lusso con scadenza il 16 dicembre 2013.


Geometra Luca Tridente