venerdì 28 febbraio 2014

La riforma del catasto nella delega fiscale approvata alla Camera

Tra le novita', la determinazione del valore patrimoniale utilizzando il metro quadrato come unita' di consistenza in luogo del numero dei vani.
L'Assemblea della Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge delega in materia fiscale, risultante dall'approvazione in un testo unificato da parte della Camera e quindi modificata dal Senato. Il testo in esame si compone di 16 articoli che riguardano, tra i vari argomenti, anche la revisione del catasto dei fabbricati.
“Attraverso la riforma del catasto degli immobili(articolo 2) si intende correggere lesperequazioni delle attuali rendite, accentuate a seguito dell'introduzione di un nuovo moltiplicatore per il calcolo dell'imposta municipale sperimentale (Imu) – si legge nel testo –“. Tra i principi e criteri per la determinazione del valore catastale la delega indica, in particolare, la definizione degli ambiti territoriali del mercato, nonché la determinazione del valore patrimoniale utilizzando il metro quadrato come unità di consistenza al posto del numero dei vani.
“È assicurato il coinvolgimento dei comuni nel processo di revisione delle rendite – continua il testo della delega - anche al fine di assoggettare a tassazione gli immobili ancora non censiti. La riforma deve avvenire a invarianza di gettito, tenendo conto delle condizioni socio economiche e dell’ampiezza e composizione del nucleo familiare, così come riflesse nell’Isee, da rilevare anche attraverso le informazioni fornite dal contribuente, per il quale sono previste particolari misure di tutela anticipata in relazione all’attribuzione delle nuove rendite, anche nella forma dell’autotutela amministrativa. È previsto un meccanismo dimonitoraggio da parte del Parlamento del processo di revisione delle rendite.
Nel corso dell'esame al Senato è stata riformulata la previsione di un regime fiscale agevolato per la messa in sicurezza degli immobili, nel senso di prevedere unregime agevolato per la realizzazione di opere di adeguamento degli immobili alla normativa in materia di sicurezza e di riqualificazione energetica e architettonica.
Contestualmente devono essere aggiornati i trasferimenti perequativi ai comuni.Sono ridefinite le competenze delle commissioni censuarie, in particolare attribuendo loro il compito di validare le funzioni statistiche - che sanno pubblicate al fine di garantire la trasparenza del processo estimativo -, utilizzate per determinare i valori patrimoniali e le rendite, nonché introducendo procedure deflattive del contenzioso.
A garanzia dei saldi di bilancio, dalla riforma non devono derivare nuovi o maggiori oneri: conseguentemente dovranno essere utilizzate prioritariamente le strutture e le professionalità già esistenti nell’ambito delle amministrazioni pubbliche. Al riguardo, la legge di stabilità 2014 (articolo 1, comma 286) autorizza la spesa di 5 milioni per il 2014 e di 40 milioni per ciascuno degli anni dal 2015 al 2019 al fine di consentire la realizzazione della riforma del catasto.

lunedì 24 febbraio 2014

Imu e Tasi: 'patrimoniale straordinaria' per gli italiani

Il passaggio dall'Ici all'Imu ha gravato per 355 miliardi di euro. La Tasi e' pari al 25% del Pil.
Il passaggio dall’Ici all’Imu – con il contestuale aumento dei moltiplicatori catastali – ha generato a carico di famiglie e imprese l’effetto di unapatrimoniale straordinaria di 355 miliardi di euro, causando una massiccia caduta, oltre che del numero di compravendite, anche dei valori degli immobili. E con l’introduzione della Tasi, a partire da quest’anno, sugli italiani graverà una patrimoniale pari al 25% del Pil.
Sono questi i principali dati che emergono da uno studio presentato oggi dalla Confedilizia nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato, con il presidente Corrado Sforza Fogliani, il prof.Francesco Forte, emerito di Scienza delle finanze, autore della ricerca.
Lo studio dimostra anche come in connessione alla caduta del mercato immobiliare si sia verificato un grave effetto recessivo e una massiccia perdita di occupazione. Gli investimenti si sono ridotti di 14 miliardi, quasi un punto di Pil, e, essendo molto alto il loro effetto di moltiplicatore della domanda, si può dire che ciò ha fatto perdere 1 punto e mezzo di Pil in un biennio, mentre la caduta di 400mila addetti nell’occupazione diretta e indotta ha generato una disoccupazione del 50% di quella totale del medesimo periodo.
Le conclusioni della ricerca sono amare. La crisi in Europa che ha generato caduta del Pil, disoccupazione, deficit di bilancio, crisi debitorie private e pubbliche e gravosi processi di aggiustamento, che ora rendono difficile la ripresa, è stata innescata dallo scoppio della bolla finanziaria che aveva provocato negli Usa un artificioso gonfiamento del settore immobiliare e dei titoli connessi e si è propagata con analoghe crisi in Irlanda, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Grecia. L’Italia ne aveva subìto il contraccolpo ma sino al 2011 aveva avuto una tenuta dell’occupazione e del Pil superiore alla media del Sud dell’Europa dovuta al fatto che non aveva avuto la crisi del settore immobiliare.
Le banche italiane avevano molto debito pubblico, ma non avevano sofferenze nel credito edilizio, con le famiglie e il patrimonio immobiliare privato che garantivano l’economia pubblica. Con l‘Imu e ora con la Tasi, il Governo – anche per via della pressione dei Comuni – ha creato la crisi da cui l’economia di mercato era scampata.